Si terrà giovedì 30 gennaio 2025, alle ore 17:30, alla Sala degli Arazzi di Palazzo Roncale a Rovigo il convegno che legherà assieme Divina Commedia e mondo ebraico.
Che relazione c’è tra gli ebrei e la Divina Commedia di Dante? Come hanno affrontato ed elaborato il suo lascito le generazioni successive? Su quali temi si è concentrata l’attenzione in questi sette secoli di studio e interpretazione dell’opera dantesca?
Cercheranno di rispondere a queste domande:
– Vittorio Robiati Bandaud (Saggista e traduttore, Laureato in filosofia, Coordinatore del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, Componente del Comitato scientifico di “Dialoghi a due voci”, Segretario del Consiglio direttivo dell’Amicizia ebraico-cristiana “Carlo Maria Martini”. Attivo nel dialogo interculturale ebraico-cristiano)
– Andrea Varliero (Biblista e Parroco della Parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Rovigo)
– Cristiano Bendin (Caporedattore e Responsabile della Redazione di Ferrara de “Il Resto del Carlino”)
Dell’opera di Dante sono state date numerosissime interpretazioni, ed è proprio per questo che, durante il convegno organizzato da La Dante Rovigo, si tenterà un esercizio inverso, ovvero leggere la letteratura degli ebrei a partire dall’ombra che Dante proietta su di essa da oltre sette secoli.
Gli ebrei in Italia e il legame con Dante
Gli ebrei in Italia, non meno che i loro vicini cristiani, hanno dovuto cimentarsi con quella che il critico letterario americano Harold Bloom ha chiamato “the anxiety of influence” (l’angoscia dell’influenza) rispetto a un modello, come quello dantesco, immediatamente innalzato allo statuto di fondatore dell’identità linguistica e culturale, prima ancora che politica e nazionale, dell’Italia.
Il successo e l’originalità del poema dantesco ha per sempre cambiato la percezione dell’al di là per tutti coloro che, indipendentemente dalla loro fede e tradizione culturale, hanno voluto varcare, sui suoi passi e con la loro immaginazione, i limiti del mondo dei vivi. Per gli ebrei la via è stata tracciata da un contemporaneo di Dante, Immanuel Romano che racconta di una visita dell’Inferno e del Paradiso che egli dice aver effettuato in sogno sotto la guida di un misterioso personaggio di nome Daniel. Le similitudini col poema dantesco sono numerose tanto che alcuni punti sembrano parafrasare in ebraico dei versi della Divina Commedia. Queste non bastano però a nascondere le sostanziali differenze: Dante è un uomo del ‘200/’300, nutrito dal pensiero cristiano dell’epoca. Quando nella Divina Commedia parla del popolo ebraico prima dell’avvento di Gesù, fa uscire dal regno dei morti dell’inferno tutti i patriarchi di Israele e l’intero popolo, portandolo in paradiso; facendo così denotare un apprezzamento positivo di Dante dell’ebraismo a livello collettivo, nell’era precristiana.
L’evento di giovedì 30 gennaio è ad ingresso gratuito.