Francesco de Sanctis e la storia della letteratura italiana: un capolavoro della cultura storiografica italiana visto dal professor Antonio Lodo
di Antonio Gardin
A duecento anni dalla nascita di Francesco De Sanctis (28 marzo 1817 a Morra Irpino) il Comitato di Rovigo della Società Dante Alighieri ha voluto aprire il nuovo anno sociale con una straordinaria relazione del professor Antonio Lodo dal titolo “Francesco De Sanctis e la storia della letteratura italiana” nella splendida Sala dei Convegni di Palazzo Roncale venerdì 20 gennaio, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dell’Amministrazione Comunale di Rovigo.
Dato il tema ci si sarebbe aspettati una dotta relazione per pochi addetti ed invece l’erudizione e la passione del Professor Antonio Lodo hanno dato vita ad una coinvolgente riappropriazione di un capolavoro della storiografia italiana (Giovanni Getto) e del suo autore, definito da Antonio Gramsci “critico militante” dotato di “fervore appassionato” che con la sua opera ha dato vita ad un “nuovo concetto di ciò che è nazionale”.
Di questi tempi, per l’Italia, ma anche per l’Europa, così poveri di ideali e di personaggi illuminati con idee e progetti di grande respiro, c’era proprio bisogno di un “ritorno a De Sanctis” (Benedetto Croce) per il suo esemplare impegno politico, educativo, letterario, culturale e di ricerca e riprendere la sua opera più conosciuta e importante “La Storia della letteratura Italiana” che René Wellek ha definito “esempio della critica e storiografia letteraria europea dell’800 … la più bella storia letteraria sia mai stata scritta”.
Il Comitato della Dante Alighieri di Rovigo ha così motivato la sua scelta ricevendo per questo l’encomio del Comitato Nazionale e l’entusiasmo del Parco letterario Francesco De Sanctis di Morra Irpino “De Sanctis critico letterario, filosofo e uomo politico italiano. Massimo esponente italiano della critica romantica, formulò le sue originali teorie partendo dal concetto hegeliano dell’identità di forma e contenuto.
La Storia della letteratura italiana (1870-71), capolavoro della storiografia letteraria, si pone anche come storia della coscienza nazionale e salva nella visione d’insieme l’autonomia delle singole opere”.
Dopo le rituali presentazioni, i saluti del vicesindaco della città di Rovigo Ezio Conchi e i dovuti ringraziamenti della Presidente del Comitato LaDante di Rovigo professoressa Mirella Rigobello che ha aperto uffialmente l’anno sociale 2017, Antonio Lodo ha aperto la prima parte della sua relazione dedicandola alle date significative della biografia di Francesco De Sanctis e alla ricostruzione della sua straordinaria vicenda umana, del suo impegno culturale e civile, dalla nascita a Morra Irpino da una famiglia di modesti proprietari terrieri, alla sua formazione a Napoli alla scuola dello zio Carlo nella quale maturò l’amore per la letteratura, la storia e l’insegnamento. In quella scuola non si insegnava in modo cattedratico, ma attraverso la discussione, il lavoro sui testi, l’analisi.
Diresse e fondò parecchie scuole e soprattutto insegnò a Napoli, Torino, Zurigo, studiò anche il tedesco e tradusse la Logica di Hegel. E poi ricorda il suo intenso impegno civile e politico: partecipò ai moti risorgimentali del 1848, arrestato e rinchiuso in Castel dell’Ovo per due anni, esiliato ma riparato a Torino dove collaborò a varie riviste e insegnò all’università. Nominato governatore di Napoli da Garibaldi, venne eletto deputato nel Parlamento italiano e ricoprì a più riprese il ministero della pubblica istruzione. Ma Lodo non snocciola soltanto date e fatti, racconta una vita, le relazioni famigliari, umane, culturali, ricordando aneddoti (splendido quello della visita di Giacomo Leopardi a Napoli alla scuola dello zio Carlo) e leggendo frammenti di ricordi e citazioni. Per poi immergersi nella Storia della Letteratura Italina nella quale si condensano le concezioni di De Sanctis rispetto alla materia trattata.
Lodo sottolinea che De Sanctis, partendo dalla concezione idealistica dell’arte, arriva al rifiuto di quella impostazione perché schematica, fatta di rigidi canoni e categorie astratte, per invitare invece ad entrare nell’opera, per scoprire le linee di pensiero dell’autore. Nell’opera d’arte ci deve essere lo scrittore, l’uomo, non artificiosamente, ma autenticamente. La Commedia è immensa perché dalla poesia emerge Dante, l’uomo, la “pianta uomo”. De Sanctis vuole unire arte e vita denunciando la “distanza” di certe opere letterarie dalla realtà autentica. La grande letteratura disegna un mondo reale e ciò che è vivo nella letteratura è vivo nella coscienza e si nutre dei valori morali e civili. Per De Sanctis il contenuto dell’opera d’arte è l’ideale calato nella natura e nell’uomo, qualcosa di molto concreto, situato. E’ la situazione come nucleo vitale ad essere fonte di “poesia”, contenuto/materia colta in un dato momento, in quel determinato complesso di circostanze, caratterizzato, concreto. Quindi non una “forma” astratta ma contenuto e forma insieme, non un’idea ma una “cosa”.
La Storia della Letteratura Italiana di Francesco De Sanctis è stata pensata come manuale per i Licei ma si rivela opera di straordinaria novità per i suoi temi e caratteristiche e per lo stile e la scrittura: segue una linea cronologica con una impostazione storicistica utilizzando una sintassi “paratattica” vicina al parlato con un lessico sobrio ma ricco di aforismi e coloriture, mosso da “drammaticità” (antitesi, contrapposizioni, …) e con uno stile “didattico” (domande, …) che gli deriva dalla passione e dalla pratica dell’insegnamento. Il risultato è un’opera densa, avvincente, sempre attuale, un percorso della coscienza nazionale attraverso i suoi mondi poetici che Antonio Lodo ha saputo far apprezzare per la sua attualità e bellezza.